Terza e ultima pillola tratta dall'intervista con la dottoressa Irene Bagnasco, neuropsichiatra infantile epilettologa e coordinatrice della Lega Italiana contro l'Epilessia Piemonte/Liguria/Valle d'Aosta.
Oggi affrontiamo un altro dei temi che fanno da corollario alla fase della transition, cioè il passaggio all’età adulta che i giovani pazienti, tra cui Diego, dovranno affrontare nel corso della terapia: il rapporto con i genitori.
Il ruolo dei genitori è centrale: la parte clinica e la parte burocratica vanno di pari passo, e questo è valido anche nel passaggio dal pediatra al medico di base (che solitamente viene posticipato, nel caso delle malattie croniche). Il percorso burocratico che le famiglie dovranno affrontare non è facile, ed è per questo che esistono figure professionali come assistenti sociali o strutture dedicate che si collocano al fianco della famiglia per adottare una strategia di sostegno, anche economico, per i pazienti.
All’interno di questa dinamica si inserisce quella umana, cioè la fase dell’adolescenza vista proprio dal punto di vista dei rapporti interpersonali, sociali e assistenziali. Spesso, si può incontrare una difficoltà nell’andare incontro alla mentalità di pazienti e genitori per affrontare insieme, e soprattutto al momento opportuno, la fase della transition. Le famiglie, spesso, conoscono fin dai primi mesi di vita dei loro figli i professionisti che li seguono, e proprio per questo a volte si incontrano delle resistenze ad affrontare il passaggio. Come spiega la dottoressa, l’importante è sempre iniziare. Questo si può fare fin da subito, incontrando in anticipo i clinici e i professionisti che sostituiranno quelli conosciuti, per superare anche dal punto di vista umano le comprensibili difficoltà.