Encefalopatie complesse
Sindrome di Dravet (DS)
La Sindrome di Dravet (DS) è una forma grave e complessa di encefalopatia epilettica dello sviluppo, descritta per la prima volta nel 1978 da Charlotte Dravet. Si tratta di una condizione rara che si manifesta solitamente entro il primo anno di vita in neonati altrimenti sani, come epilessia intrattabile e ritardo nello sviluppo neurologico. Spesso è causata da una mutazione genetica nel gene SCN1A, che codifica per il canale ionico del sodio e di solito si tratta di mutazioni “de novo”. Tuttavia, la presenza di questa mutazione da sola non è sufficiente per confermare la diagnosi.
La sindrome di Dravet è caratterizzata da gravi e frequenti crisi convulsive prolungate, principalmente tonico-cloniche e cloniche generalizzate e unilaterali, spesso prodromiche di crisi focali. Queste crisi convulsive, caratteristica distintiva della sindrome di Dravet, determinano elevati tassi di ospedalizzazione e accesso in pronto soccorso per i pazienti con che ne sono affetti. Dopo il secondo anno di vita possono manifestarsi crisi di tipo mioclonico, assenze atipiche, crisi parziali complesse.
Tra i fattori scatenanti le crisi epilettiche troviamo in primis la febbre ma anche la luce intermittente, la chiusura degli occhi e la fotosensibilità.
Il 25% dei pazienti presenta familiarità con l’epilessia. Durante i primi stadi della malattia, l’EEG è normale, le anomalie (onde appuntite e con più punte generalizzate) compaiono a partire dai 2-3 anni.
Cos'è la DS?
L'incidenza e l'esordio
L’insorgenza della DS si verifica nel primo anno di vita e interessa maschi e femmine in rapporto 2:1, con un’incidenza stimata di 1 soggetto su 15.000-40.000, a seconda degli studi considerati.
L’esordio clinico della DS è classico, con l’insorgenza di crisi epilettiche ricorrenti, spesso prolungate e innescate da febbre o rialzo della temperatura corporea in un bambino con sviluppo normale.
1 caso ogni 15-40k
A seconda degli studi
1-5 anni
Picco di frequenza
25%
Pazienti con familiarità per epilessia o convulsioni
L'evoluzione della malattia
Durante l’infanzia le crisi spontanee diventano progressivamente più frequenti e gravi anche se di durata inferiore; dopo i sei anni di età, la frequenza e la gravità si riducono, ma gli episodi epilettici possono continuare fino all’età adulta.
Le crisi si manifestano in molteplici forme e i deficit motori si associano a quelli psichiatrici, a disturbi del comportamento, atassia e disturbi del sonno. Quando gli eventi raggiungono il picco per frequenza e gravità (anni 1-5), l’epilessia infatti può interferire con il normale sviluppo neurocognitivo e psicomotorio determinando una regressione e la gravità del deficit dipende dalla localizzazione, diffusione e severità delle crisi con conseguente regressione anche delle funzioni intellettive acquisite.
Non solo epilessia
La maggior parte dei pazienti con DS presenta anche disturbi dello spettro autistico, atassia, difetto del ritmo circadiano e deficit del sonno. I soggetti con DS presentano un aumento del tasso di mortalità rispetto agli altri pazienti affetti da epilessia. Anche con le cure più recenti fino al 15% dei bambini colpiti muore prematuramente.
Nonostante il quadro clinico della DS sia unico e nonostante le indagini genetiche consentano di effettuare una diagnosi accurata in molti casi, il tempo della diagnosi è spesso ritardato: la risonanza magnetica, infatti, non evidenzia nulla di anormale, i risultati dell’elettroencefalografia non sono specifici e non tutti i pazienti con DS presentano una mutazione genetica a livello del gene SCN1A.