Nella seconda intervista del nostro percorso lungo la rotta dell'informazione sulle encefalopatie epilettiche complesse, ci troviamo a Somma Vesuviana, alla casa di cura S. Maria del Pozzo, e facciamo conoscenza con la professoressa A. Maddalena Terraciano, neuropsichiatria dell'E.E., direttore tecnico CRD e con la dottoressa Cristiana Carrino, psicologa-psicoterapeuta e responsabile Sistema Qualità - Psicologia Clinica. In questa prima parte della lunga intervista, parliamo dell'approccio multidisciplinare e nello specifico dell'importanza del lavoro di equipe.
La terapia è un percorso composto di tante tappe importanti, che non si possono saltare. Al nostro fianco si schierano tante figure professionali: psicomotricisti, logopedisti, fisioterapisti sono membri dell’equipaggio che da oggi accompagnerà Diego nel suo viaggio. Ogni caso è complesso a suo modo: l’interazione tra tanti elementi può aiutare molto nella tempestività e nell’efficacia degli interventi terapeutici. Allo stesso modo, anche le famiglie sono diverse e incontrare un’equipe pronta con tante figure specializzate è importante anche sotto l’aspetto psicologico, per capire anche come affrontare al meglio la comunicazione con i caregiver e i pazienti.
Serve agire su più fronti: è quello che chiamiamo un approccio multidisciplinare. E grazie a questo modo di affrontare la terapia, le difficoltà vengono condivise e affrontate con più competenza e completezza.
L’interscambio è fondamentale non solo per mettere insieme tanti punti di vista, ciascuno più specializzato su un ambito specifico, ma anche affinché gli astessi componenti dell’equipe si confrontino sulle rispettive idee elaborando in modo costruttivo le dinamiche che si sviluppano durante la terapia e aiutandosi l’un l’altro, facendo emergere punti di vista originali.
Il migliore degli specialisti, da solo, non sarà mai forte quanto un'equipe unita e competente